MANGIA ANCORA
Giorni fa ho incontrato la mia amica Natalia che da ragazze, al liceo, chiamavamo tutte Tia. E ci siamo messe a parlare di cibo (strano, eh?) e lei si è ricordata di quella volta che la portai da mio nonno Giovanni a pranzo. Eravamo adolescenti e il sabato dopo la scuola ero sempre a casa sua al Lorenteggio (parte sud‑est di Milano). E lui mi faceva sempre trovare accanto al piatto i miei giornalini preferiti che comprava dal siur Mario, all’edicola di piazza Frattini, e ovviamente preparava montagne di cibo, gnocchi, tagliatelle al ragù, minestrone con dodici verdure, spezzatino, cotolette (stratosferiche)... era una lotta perenne tra quello che sperava ingerissi e quanto riuscivo effettivamente a mangiare. Iniziava giorni prima a chiedermi cosa avrei voluto per pranzo nella telefonata quotidiana fatta…