Quattroruote Maggio 2020

Come ha scritto su Repubblica Michele Serra a proposito del ponte sul Magra venuto giù l'8 aprile, «fosse capitato solo due mesi fa, quel ponte sarebbe morto su tutte le prime pagine... Oggi quel crollo è una notizia quasi incongrua, come le morti normali, di cuore o di tumore o di accidenti ordinari, che non hanno contabilità. È uno degli effetti nocivi, anche se forse inevitabili, dell'epidemia, questo defalcare a un ruolo minore tutto il resto». Serra, come spesso accade, centra un tema chiave della nostra società in questo maledetto periodo. Chiusi in casa in attesa di sconfiggere il coronavirus, ansiosi di fronte al bilancio quotidiano dei contagiati, sballottati dal grottesco affastellarsi di decreti, ordinanze e disposizioni, attoniti alla vista di Comuni che litigano con le Regioni che litigano con…

Forse la self-driving car non dovrà più districarsi in una giungla di oltre 60 regolamenti federali. Almeno negli Stati Uniti, dove tutto è iniziato, poco più di dieci anni fa. A fine marzo, infatti, la National highway traffic safety administration (Nhtsa) si è detta disponibile a riconsiderare la normativa, proprio nell'intento di facilitare la diffusione della guida autonoma. Gli scettici – tra gli ultimi la banca d'affari Morgan Stanley, che a settembre ha sostenuto che la commercializzazione dei veicoli senza conducente richiederà tempi molto lunghi – dovrebbero riflettere sul fatto che, dopo aver dichiarato necessaria la ridefinizione del termine driver (eravamo nel 2016), oggi invece l'agenzia afferma di voler mantenere l'attuale, indicando però, caso per caso, se al volante, reale o virtuale, si trova un umano o un algoritmo. Il…

Sì, i conti del 2019 si sono chiusi un po' così. E quelli dell'anno in corso saranno giocoforza peggiori, visti gli attuali chiari di luna. Ma la decisione della Renault di ridimensionare la sua presenza in Cina non dipende dai guai sorti in quel di Wuhan, sebbene le tre Suv della Losanga sin qui in vendita da quelle parti (Captur, Koleos e Kadjar) venissero assemblate proprio nell'ormai arcinoto capoluogo dell'Hubei. Con risultati tutt'altro che confortanti: lo scorso anno le vendite non hanno raggiunto le 20 mila unità, meno di un quinto della capacità produttiva, a riprova della persistente debolezza del marchio in terra cinese, fermo a quota 180 mila vetture. Poca roba rispetto alle 800 mila promesse nel 2016, all'atto del ritorno oltre la Grande Muraglia. E ben lontane, tanto…

Un parco auto antidiluviano. Vecchio, si fa per dire, come Matusalemme, che pure era il nonno di Noè e visse 969 anni. Ma dopo quest'ultimo diluvio universale, di nome Covid-19, il circolante italiano avrebbe bisogno come non mai di una straordinaria operazione anti-age. Per preservarne sia la specie sia la specialità. Sì, perché le autovetture con più di dieci anni di anzianità rappresentano a fine 2019 il 57,14% del totale. Cinque anni prima erano il 51,6%. Secondo i più recenti dati dell'Aci, tra il 2015 e il 2019 il parco auto complessivo è passato da 37,35 a 39,54 milioni di unità (+2,19 milioni, con una crescita percentuale del 5,87%). Ma le vetture ultradecennali sono ora 22,59 milioni, 3,33 milioni in più dei 19,25 milioni del 2015. L'incremento percentuale è stato…

Parlare di città che crescono, nel momento in cui la maggior parte degli agglomerati urbani del mondo è cristallizzata in una forzata immobilità? Sì, suona un po' strano. Ma, prima o poi, la vita riprenderà a pulsare. E le città torneranno a vivere e a lasciarci vivere come abbiamo sempre fatto: liberi di muoverci, dove e come vogliamo. Torneranno anche i problemi, in città. Non può essere diversamente. E torneranno a crescere, le città. Perché, come ricorda l'Onu (il cui "World urbanization prospect" ha fornito dati e considerazioni per queste pagine), la concentrazione delle persone permette di fornire servizi agli abitanti in maniera più economica. Insomma, il futuro degli abitanti della Terra sarà urbano. CAMBIO DI EQUILIBRI In realtà, lo è anche il presente. I dati Onu indicano che già dal 2018…

Stanno per finire gli anni d'oro per le esportazioni di auto di lusso nel Vicino Oriente? Naturalmente no: i risultati delle aste e gli ordinativi confermano che gli Emirati Arabi Uniti e i Paesi petrolieri della regione sono (saranno) ancora una mecca per le supercar. Intanto, però, c'è chi sta già invertendo la tendenza esportando – anche in Italia – un'auto sportiva made in Dubai. La Jannarelly Design-1 non è la prima supercar mediorientale in assoluto. Il titolo spetta alla Lykan della W Motors (vedere il riquadro nella pagina accanto), con la quale però è imparentata. Perché proprio in quell'azienda lavorava il giovane designer Anthony Jannarelly, che nel 2016 ha deciso di creare un marchio tutto suo assieme al socio Frédéric Juillot. Concepita inizialmente come esemplare unico, la Design-1 ha…