Quattroruote Settembre 2016

Gabriela Firea. Questo nome, a meno che non siate rumeni, non vi dirà nulla (almeno credo). Ma, per chi pensa che l’automobile abbia ancora valenze positive, è una persona da fare santa subito. Di mestiere fa – da poco – il sindaco di Bucarest, è una bella signora di 44 anni, prima di essere eletta svolgeva la nobile arte del giornalismo e, subito dopo, ha avuto il coraggio di dire una cosa straordinariamente impopolare di questi tempi: ovvero, che è giunta l’ora di finirla con la chiusura di strade originariamente pensate e progettate per far scorrere il traffico. Il casus belli è stata una manifestazione chiamata, non a caso, Via Sport, che per sette anni ha imposto la chiusura – durante i weekend estivi – di un viale nel pieno…

È IL NOME, Terramare, del veicolo anfibio sperimentale che lo scorso 30 luglio, durante il suo periplo d'Italia, ha attraversato lo Stretto di Messina: da Scilla, in Calabria, alle spiagge di Capo Peloro, in Sicilia. Meno di una quarantina di minuti in tutto, alla velocità di quattro nodi, l'equivalente di circa 7,4 chilometri orari, per servire l'aperitivo ai bagnanti. Alla guida, l'imprenditore milanese Maurizio Zanisi, titolare della Zam, azienda che opera nel settore degli allestimenti speciali e che ha realizzato il Terramare su meccanica Iveco. L'operazione in sé non è una novità assoluta, ché l'anfibio arancione (il colore dello sponsor, sarebbe: un brand storico dell'Italia da bere) s'era già cimentato nella consegna degli spritz la scorsa estate sulle coste pugliesi. La traversata dello Stretto di Messina con un siffatto veicolo, però,…

LA PRIMA a rompere gli indugi è stata la Mercedes. Che, un po’ alla chetichella, da qualche tempo ha già adottato il filtro antiparticolato su uno dei motori a benzina della sua ammiraglia, la S 500. E, di recente, ha annunciato che entro l’anno il Fap andrà ad accompagnare gli scarichi di altri propulsori di famiglia. Le ha fatto prontamente eco la Volkswagen, con tanto di comunicato ad hoc (da qualche tempo, Wolfsburg mostra una comprensibile solerzia, quando si parla di emissioni), per dire che dal 2017 in poi i motori benzina del gruppo saranno provvisti del dispositivo. Primi destinatari, il 1.400 TSI della VW Tiguan e il 2.000 TFSI dell’Audi A5.Il motivo è presto detto: accanto agli evidenti vantaggi sul fronte dei consumi, l’ormai generalizzata adozione dell’iniezione diretta di…

UN GIRO d'affari da capogiro: in 22 hanno realizzato nel 2015 un fatturato totale di oltre 2 trilioni di dollari o, se preferite, pari a 2.079,6 miliardi di dollari, guadagnando complessivamente 369 posizioni in classifica. Di che cosa parlo? Dei gruppi automotive inseriti nel Fortune Global 500, il ranking che mette in fila le 500 corporation più grandi del pianeta. Quella del magazine americano èuna graduatoria prestigiosa nella comunità degli affari, ma che come tutte le classifiche non può essere che parziale, in parte arbitraria e imprecisa. Per esempio, il gruppo FCA non è presente se non alla posizione 19 (invariata) di Exor. Ma sappiamo come la holding della famiglia Agnelli (che ha recentemente deciso di trasferire la sede in Olanda) abbia in pancia anche Ferrari, Cnh, Partner Re e…

ANCHE a Rüsselsheim hanno anticipato i tempi, pubblicando, a partire dallo scorso mese di luglio, su un sito specifico (opel.it/tools/wltpdrivingcyle-fuelconsumption), i consumi di trenta modelli - tutte Astra berlina o station wagon con differenti combinazioni di motore e cambio - rilevati al banco secondo il ciclo Wltp, acronimo di Worldwide harmonized light-duty vehicles test procedure. I dati, secondo quanto sostiene la Opel, sarebbero più realistici di quelli ottenuti con la discussa procedura Nedc (New european driving cycle) in vigore attualmente, i cui esiti, come dimostriamo tutti i mesi nelle nostre prove su strada, sono piuttosto distanti dalla realtà. La Opel ha scelto di diffondere due risultati per ogni vettura provata: uno, come si legge sul sito, «corrisponde alla più bassa delle quattro fasi del Wltp, ottenuta con la versione di…

IL RIDE SHARING e il car sharing sono solo l'inizio di un'era in cui il concetto di proprietà dei veicoli cambierà in maniera radicale. L'auto privata non sparirà, come prevedevano tanti gufi agli esordi di Car2go, DriveNow, Uber o di servizi come Unite dell'Audi (una condivisione dell'auto tra poche persone, per esempio familiari o vicini di casa), ma evolverà con soluzioni che oggi possiamo solo immaginare. L'anno scorso, Morgan Stanley ha mostrato una roadmap suggestiva e azzeccata: dalla “shared economy" passeremo alla “owned autonomy" (la guida autonoma per uso personale) e, infine, alla “shared autonomy", l'auto-robot in condivisione (la Google Car). E non si tratta di rinunciare o meno al volante (che non è in discussione), quanto di assecondare una sorta di evoluzione della specie. La BMW ha squarciato il…