È TUTTO UN ATTIMO
Avolte il viaggio si riassume in un episodio. Si spendono parole su parole, quando poi tutto si concentra in un attimo. Ho tanti attimi in testa, e sono gli stessi per cui sono già contenta quando entro in un aeroporto. Penso a quando, a Osaka, una ragazza mi toccò lievemente la spalla per propormi una piega ai miei capelli ricci (non se ne vedevano tanti in giro) o a una giornata d’estate in cui mi trovavo a Napoli su una vespa noleggiata a saltare sulle cunette come una local. Bellissimo. Penso al signore, anche un po’ anziano, che mi inseguì a Parigi per porgermi il foulard di seta della mia nonna che mi era scivolato dal collo – madame, madame – e sarei rimasta male se lo avessi perso. E…