Focus Italia Giugno 2022

Immaginate un medico che di fronte a un vostro malessere dicesse: ho capito quale è il problema, ma ve lo nascondo. Pensereste che necessita più cure lui di voi e andreste da altri specialisti. Se poi vi rispondessero tutti allo stesso modo comincereste a pensare che un’epidemia ha colpito i camici bianchi. E se ne farebbe un gran parlare. Il professor Bruce C. Glavovic ha proposto a tutti i colleghi in giro per il mondo di fare come quegli ipotetici medici: nascondere la diagnosi ai propri pazienti. Non ha fatto scalpore perché il docente invece che medico è uno scienziato dell’ambiente e perché i suoi pazienti sono i governanti che ci rappresentano (https:// nyti.ms/37QyBO2). Alla base del ragionamento c’è una domanda provocatoria: perché fare diagnosi e suggerire cure a un…

Oggi il Parco nazionale delle sabbie bianche, in Nuovo Messico (Usa), è una zona arida famosa per le sue candide dune composte di gesso. Ma prima della fine del Pleistocene (da 2,5 milioni a 11.700 anni fa) il paesaggio era ben diverso. Una zona umida dove avremmo visto aggirarsi mammut, smilodonti (le tigri dai denti a sciabola), bradipi, umani. In pratica il cast di L’era glaciale, non in cartoni animati ma dal vivo. Hanno lasciato migliaia di impronte, trovate dai paleontologi nel letto di un antico lago scomparso, sotto una crosta salina. Grazie a esse, possiamo ricostruire la fauna e la vita degli uomini che abitavano qui nella preistoria (come nella scena raffigurata accanto). Matthew Bennett della Bournemouth University (Uk) studia queste orme fossili da anni. E ha di recente…

I mattoni della vita potrebbero davvero essere arrivati dallo spazio, trasportati sulla Terra dai meteoriti. Uno studio dell’Università di Hokkaido (Giappone), pubblicato su Nature Communications, ha infatti trovato le pirimidine (una delle due classi di componenti base del Dna) su frammenti del meteorite del lago Tagish (Canada), piovuti sulla Terra nel gennaio del 2000. Molecole. Il rinvenimento conferma che le molecole fondamentali per la vita si possono formare nello spazio a partire da componenti molto più semplici, e che possono “sopravvivere” all’impatto con la nostra atmosfera mantenendosi integre. Ricerche precedenti avevano già trovato su alcuni meteoriti le purine, gli altri componenti essenziali alla formazione del Dna, assieme a varie molecole di natura organica.…

Un po’ vestito da red carpet, un po’ mimetica: non è da tutti avere una livrea appariscente, che però ti faccia scomparire quando non ti devi far vedere. È il caso delle ali di una libellula americana, Zenithoptera lanei (foto). Sono di un blu iridescente sulla superficie dorsale. Il maschio le agita nelle esibizioni per conquistare le femmine o scoraggiare i rivali. Invisibile. Rodrigo Cezário dell’Università di San Paolo, in Brasile, ha visto però che permettono alla libellula anche di “mimetizzarsi” se viene vista contro uno sfondo d’acqua, come quando è posata sopra uno stagno. Cezário ha analizzato le caratteristiche visive delle ali e il tipo di visione di predatori (uccelli), prede (per esempio mosche) e altri maschi di libellula. Le ali iridescenti hanno le giuste tonalità e luminosità perché…

Un cefalopode di 328 milioni di anni fa, con 10 braccia dotate di ventose. Christopher Whalen, dell’American Museum of Natural History, ha identificato la specie e l’ha chiamata Syllipsimopodi bideni in onore di Joe Biden, per i suoi piani di contrasto al cambiamento climatico e di sostegno alla scienza. Presidenti. Ma altre specie portano il nome di presidenti Usa. Da George Washington, a cui sono dedicate una palma e una vespa, agli ultimi Barack Obama – che ha ispirato il nome di una lucertola estinta, di un lichene e di altre specie – e Donald Trump, il cui nome è stato dato a un anfibio e a una falena dalla “capigliatura” di scaglie gialle.…

Fare la cavia in un esperimento non promette di essere particolarmente divertente. Ma ci sono sempre le eccezioni. Il compito dei 13 partecipanti all’esperimento guidato da Don Samita Elvitigala della University of Auckland in Nuova Zelanda era infatti di lasciarsi solleticare i piedi. I ricercatori hanno usato spazzoline in movimento per stimolare diverse zone della pianta dei piedi: i volontari dovevano valutare quali fossero i punti più sensibili, la cui stimolazione scatenava risate. Le donne sentivano maggiormente il solletico al centro dell’arco plantare, i maschi più vicino alle dita. Soletta. I ricercatori hanno usato i dati per mettere a punto il prototipo di una “soletta solleticante”, TickleFoot, in cui sono inserite tre spazzole che solleticano i punti valutati come più sensibili. La soletta, alimentata a batteria, si infila in una…