Focus Italia Maggio 2022

Per la gran parte di noi la sigla M87* non è di immediata traduzione. Ma se la digitassimo sui motori di ricerca e cliccassimo su “immagini” riconosceremmo subito quella corona arancione che tre anni fa fece il giro del mondo come la prima fotografia di un buco nero. Non faccio parte dell’esercito di astronomi e di astrofisici che quel giorno “videro” uno degli invisibili oggetti che sapevano esistere e di cui studiavano da tempo le caratteristiche, ma la straordinarietà di quel segno circolare mi riportò alla O di Giotto citata a scuola per descrivere l’abilità pittorica del grande artista del ’300. I numeri di quella O spaziale sono da capogiro, come tutti i numeri del cosmo: si trova a circa 53 milioni di anni luce da noi (un anno luce…

Se fossimo in un cartone animato, tipo I pinguini di Madagascar, il simpatico pinguino nella foto riuscirebbe a sfuggire all’attacco della zannuta foca leopardo. Nella realtà della catena alimentare – almeno in questo momento immortalato dal fotografo Amos Nachoum (Usa) – per il pinguino Papua non c’è stato un happy end. Lo scatto, intitolato Facing Reality (“Di fronte alla realtà”), ha vinto il premio World Nature Photography Awards 2021, competizione dedicata alla fotografia del mondo naturale. Caccia in Antartide. La scena immortalata dal fotografo si è svolta nelle acque di un’isola al largo della Penisola Antartica. Nachoum ha seguito l’agguato di uno dei più temibili predatori antartici: la foca leopardo, appunto. Fino a oltre 3 metri di lunghezza e mezza tonnellata di peso, macchie che ricordano quelle del leopardo, canini…

Perché camminare in un bosco ci piace molto di più di una passeggiata in città? A fare la differenza non è solo l’“aria buona”. In realtà conta molto di più la forma stessa di ciò che osserviamo: alberi, arbusti, perfino le foglie hanno una struttura ramificata che si ripete uguale nelle dimensioni grandi e piccole (le nervature delle foglie ricordano le biforcazioni dei rami, per esempio). Merito dei frattali. Questa morfologia a “frattali” (si chiamano così le figure composte da forme che si ripetono uguali a scale di grandezza diverse) è invece molto rara in una città, dove edifici, strade e automobili hanno tutti sagome diverse tra loro. Secondo i ricercatori dell’Università dell’Oregon (Usa), che hanno studiato le reazioni dei circuiti cerebrali a diversi ambienti, il nostro cervello va istintivamente…

Un’intelligenza artificiale (AI) è stata utilizzata per ricostruire il testo mancante di antiche iscrizioni greche danneggiate dal tempo. L’algoritmo, sviluppato dalla società londinese DeepMind in collaborazione con alcune università tra cui Ca’ Foscari Venezia, si chiama Ithaca ed è stato addestrato su oltre 63mila iscrizioni della Grecia antica. Poi è stato testato su altre 7.811 iscrizioni, nelle quali erano state inserite volutamente alcune lacune. Ithaca ha raggiunto un’accuratezza del 62% quando ha operato da sola, e del 72% quando è stata utilizzata e interpretata da uno storico: circa tre volte meglio di uno storico da solo. Efficace. L’AI risulta in grado di datare le iscrizioni con un’incertezza di 30 anni, e di identificarne la provenienza nel 71% dei casi. È stata usata per ricostruire alcune iscrizioni del V sec. a.C.…

Un grugnito vale più di mille parole, se si riesce a capirlo. Un team internazionale ha “tradotto” i versi dei maiali, decodificando quali emozioni esprimono. I ricercatori hanno registrato la vasta gamma di vocalizzazioni che i suini producono nel corso della vita, associando a esse diverse emozioni. I suoni emessi con esperienze positive (l’arrivo del cibo, la riunione con la madre) tendono a essere più brevi e con una sola nota; le grida associate a dolore o stress sono più prolungate e ad alta frequenza. Stress. Il team, che ha pubblicato lo studio su Scientific Reports, ha poi allenato un algoritmo a capire se un maiale prova un’emozione positiva (come eccitazione) o negativa (paura, stress) dai versi. L’idea è ricavare un’app da usare negli allevamenti, per esempio per capire se…

Che cosa c’è di meglio, per disperdersi nell’ambiente, di farsi trasportare dal vento? È la tecnica usata da diversi semi. Come quelli del tarassaco, detto anche dente di leone o soffione: i piumini che amiamo far volare soffiandoci sopra sono costituiti da un frutto secco (chiamato achenio) che contiene un unico seme, appeso a un’appendice piumosa (pappo) che ne facilita la dispersione a distanza. A questo sistema naturale si è ispirato Vikram Iyer della University of Washington (Usa), per realizzare minisensori in grado di rilevare parametri ambientali disperdendosi in ampie zone, portati dal vento. Dispersi in aria. Iyer ha creato un cerchietto di plastica, pesante solo 30 milligrammi e con un diametro di 28 millimetri. Una serie di aperture fa passare l’aria permettendogli di fluttuare nel vento come un “piumino”…