Il lavoro ‘smart’ e le aziende ‘best’
Nell’aggettivo smart c’è quasi tutto quello che serve dire sullo smart working. Nella parola inglese, come succede quasi sempre, c’è una sintesi che nella traduzione italiana richiede più parole: intelligente, ma anche brillante, astuto, addirittura furbo. In una spiegazione più articolata, lo smart working deve migliorare le condizioni del lavoro per tutti: aziende, lavoratori, società. La premessa si può chiudere con un’altra considerazione. Il concetto e la teoria nascono in contesti diversi da quello italiano e si fondano su tre pilastri: il livello di trasformazione digitale, la conformazione geografica e urbanistica, il sistema di welfare. Lì dove lo smart working già funziona ci sono condizioni peculiari che, almeno per ora, non sono le nostre. Oggi, per come lo stiamo conoscendo in Italia è essenzialmente la prosecuzione disordinata del lavoro da remoto imposto…