Freedom - Oltre il confine Agosto/Settembre 2022

Bentrovati! Quest’anno l’estate è iniziata con largo anticipo, regalandoci un caldo inusuale e una siccità pericolosa che già a giugno si sono fatti sentire. Come ogni anno puntuali sono arrivate le raccomandazioni per un giusto comportamento, nel rispetto dell’ambiente e della salute. Quindi, visto che l’hanno già detto altri prima di me, non sarò io a dirvi di affrontare le giornate più calde bevendo molta acqua ma senza lasciare in giro bottiglie di plastica e usando magari delle borracce come la nostra di Freedom. Non vi dirò di non buttare sigarette dal finestrino della macchina e di non accendere fuochi, anche piccoli, perché potreste provocare incendi pericolosi, come quello che a Roma ha devastato tra l’altro un grande rimessaggio di auto e camper, riducendo in polvere decine di mezzi. Da…

Sta prendendo forma un progetto di rilievo e digitalizzazione dell’antica via Appia (nella foto), la strada consolare che collegava Roma a Brindisi. Lo scopo è quello di creare un modello in 4D che sarà messo a disposizione non solo degli esperti, ma anche di altri tipi di fruitori. Un moderno atlante geografico continuamente aggiornato seguendo l’evoluzione degli scavi archeologici. Il Parco dell’Appia Antica si estende su 4.500 ettari di territorio ed è una delle aree archeologiche più estese d’Europa, che segue 16 chilometri dell’antico tracciato di quella che i Romani chiamavano “regina viarum”, attraversando paesaggi di straordinaria bellezza e che sarà candidato come patrimonio dell’Unesco. Per la realizzazione del progetto in 4D finora sono state utilizzate oltre 200.000 immagini e 20 Tera di dati. Il lavoro è condotto con il…

Si chiamava Giovanni d’Avalos ed era un nobile italiano morto nel 1586 all’età di 48 anni, i cui resti si trovano nella Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli (nella foto), dove sono stati recuperati nel 1983. Ora un gruppo di ricercatori, sotto la guida dell’Università canadese McMaster, con la collaborazione delle Università di Pisa e di Catania, ne hanno scoperto la causa della morte estraendo un calcolo biliare dal corpo mummificato: in questo modo è stato possibile individuare, oltre al DNA, la presenza di un batterio di Escherichia coli. Per i ricercatori, aver isolato un batterio così antico è molto importante per capire lo sviluppo che l’Escherichia coli ha avuto nel corso dei secoli e quanto può essere pericoloso per l’uomo. Si tratta di un batterio comune, presente nell’intestino…

Un gruppo di ricercatori guidato dall’Università Nazionale Australiana ha osservato, nell’ambito dello studio denominato SkyMapper, quello che è ora considerato il più vorace dei buchi neri: ogni secondo ingloba una massa equivalente a quella della Terra e, nonostante attualmente la sua massa sia pari a 3 miliardi di volte quella del Sole e 500 volte quella del buco nero super massiccio che si trova al centro della nostra Via Lattea, battezzato Sagittarius A*, questo vero e proprio “orco” galattico sta continuando a crescere rapidamente. Gli scienziati sono ora impegnati a scoprire il motivo di questa estrema voracità: all’origine potrebbe esserci lo scontro tra due galassie o forse qualche altro evento di proporzioni immani. Sulla superficie di questo oggetto si è anche formato un quasar estremamente luminoso, si calcola ben 7.000…

Una soluzione per combattere l’obesità potrebbe trovarsi in una molecola chiamata Lac-Phe. Questo quanto ipotizzato dagli scienziati del Baylor College of Medicine e della Stanford School of Medicine di Houston, Texas. Lac-Phe è un amminoacido alla base delle proteine che sembra in grado di ridurre fino al 50% il bisogno di assumere cibo, senza che ne derivino effetti collaterali. Per il team, guidato dal professor Yong Xu, ciò potrebbe essere particolarmente utile soprattutto nei soggetti anziani o fragili che sono impossibilitati a compiere esercizio fisico: si tratta ovviamente di un primo passo e occorreranno ancora molti studi prima di una eventuale commercializzazione. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature.…

Si chiamano Lunar Surface Multi-Purpose Habitation (MPH), sono moduli abitativi che serviranno come base lunare per missioni di ricerca e sono progettati in Italia. L’arrivo del primo di questi moduli sulla superficie del nostro satellite è previsto tra il 2026 e il 2027. Sono il frutto di un accordo tra NASA e ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, nell’abito del programma Artemis, che prevede la realizzazione di una vera e propria base lunare che servirà sia come stazione di ricerca sia come base di partenza per le missioni verso Marte: una vera e propria colonia umana sulla Luna che dovrà essere il più possibile autosufficiente, eliminando quindi al massimo la dipendenza per la propria sopravvivenza dagli approvvigionamenti del pianeta madre: la Terra.…