LA CASA INTERIORE
L'afa estiva, unita al fatto che la mia pelle diafana mal sopporta l'esposizione solare, mi induce in questa stagione a rifugiarmi nei boschi, dove il silenzio profuma di resina e la natura allevia le vessazioni di un'agenda implacabile. È stato proprio durante una lunga passeggiata in salita, alzando lo sguardo in cerca di un respiro profondo, che mi sono accorta del fitto ricamo formato dalle fronde degli alberi, reso ancora più nitido e affilato dalla contrapposizione cromatica con il cielo terso. Ma il dettaglio strabiliante è che quei rami carichi di fogliame, costretti a sfiorarsi se mossi da un improvviso alito di vento, sembravano attenti a non toccarsi nei momenti di quiete, come sospinti da un pudico riguardo. Si tratta, in realtà, di un fenomeno noto fin dagli anni Venti,…